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RASSEGNA CRITICA
'...L' opera si concede così il privilegio dell'ostentazione fisica dei fenomeni che immancabilmente definiscono le ragioni dello stile e la tramatura retorica della scrittura: la profondità e la stratificazione, l'occultamento e la trasparenza, la presenza e l'immagine, il segnale che indica la posizione e l'orientamento, l'effrazione della continuità e il gesto di soppressione, la maschera, la ferita e il tatuaggio di linguaggio, nel gioco infinito tra l'esistente ('i pezzi di universo concreto', in una felice espressione del futurista Prampolini) coinvolto nell'evento testuale e quanto di esso viene richiamato attraverso il 'piccolo teatro' messo in scena dalla traccia segnica...' Matteo D'Ambrosio, 1990.
'...Davvero grazie a lui la poesia è salita su un Ottovolante, per riprendere il titolo della benemerita rassegna, cioè su un luogo perpetuamente mobile, anche se tale da ripassare periodicamente sulle stesse posizioni, ma l'espressione dell' Ottovolante simbolico, rispondente alle esperienze di Mori, non è mai ripassata meccanicamente su se stessa, ha anzi alimentato quello che si dovrebbe definire come un vasto processo di feed-back, dove ogni tappa nutre e incrementa le altre...' Renato Barilli, 1996.
'... Massimo Mori è un acrobata della poesia e della cultura contemporanea, è uno specialista ed insieme un generalista, che progetta e coordina, come un art-director, la complessità di ciò che lo investe e lo attrae, lo investe, lo travolge - e taoisticamente si lascia travolgere, si lascia andare al flusso di ciò che si fa intorno a lui, con lui - è poi un assemblatore di componenti diversissime, un regista che cerca di fare di ogni evento culturale un' opera di design e che riesce a instaurare con quei mille frammenti diversi del mondo culturale locale e internazionale, con cui viene a contatto, con energia inesauribile, un rapporto fiduciario, che è tutt'altra cosa rispetto alla scelta di una prospettiva municipalistica...' Ernestina Pellegrini, 1997.
'...Massimo Mori è autore da tempo di una ricerca letteraria e artistica sviluppata su vari livelli: direi caratterizzata sostanzialmente da una pratica e da un interesse per una correlazione fra diversi linguaggi, tra diverse aree di ricerca linguistico espressiva, e quindi da quello che si suoi definire con un termine di origine jacobsoniana, da un interesse intersemiotico...' Filippo Bettini, 2000.
'... Mori ha sempre avuto nella sua operatività e nella sua poetica, nel suo concetto teorico fondamentale, la convinzione che la poesia sia un atto comunque pubblico, per cui è centrale nel suo lavoro di poeta e di promotore di iniziative culturali, il senso dell'agorà, il senso della collettività che deve essere raggiunta appunto dal gesto della poesia, che può essere poesia sonora o lineare, visiva o recitata. In tutti questi casi essa deve entrare in comunicazione costante con chi la riceve, e da qui l'importanza data al ricevente in quanto anch' egli protagonista dell' esperienza...' Mario Lunetta, 2000.
'... Massimo Mori è un letterato, un poeta che al di là di ogni fascinosa ricerca estetica più o meno di avanguardia, trova nel fare poesia il nucleo della sua formazione, della sua educazione, del suo esprimersi nella realtà del nostro tempo a vari livelli, dalla poesia alla critica saggistica, al design, alle varie performances che contengono sempre - è questo il carattere distintivo e la ricchezza della sua cultura - un qualche cosa di innovativo che ti coinvolge non tanto per stupire, quanto perché i suoi segni tendono sempre ad anticipare nuove ed originali suggestioni poetiche radicate in un profondo contenuto concettuale...' Piergiovanni Permoli, 2001.